L’incanto della terra dell’acqua

VENERDI’ 27 APRILE, Biblioteca Civica, Santhià, ore 21,00

Il fotografo ROBERTO CAVALLO presenta in una proiezione l’opera raccolta in un libro che ha per oggetto il mondo della risaia vercellese visto dagli occhi di un torinese poco avvezzo a questi territori. Ne scaturisce un vero e proprio reportage con immagini di una bellezza sconvolgente, di forte impatto emotivo, come si desume dalla recensione scritta dalla giornalista de La Luna Marina Ricchi, che riportiamo ringraziando per la gentile concessione:

“L’incanto della terra dell’acqua”: il titolo dell’ultimo libro di Roberto Cavallo è una promessa colma di fascino. Le stesse parole, incanto, terra e acqua, riportano ai luoghi dell’infanzia, là dove ogni giorno era una nuova avventura, dove natura e mistero regnavano in un tutt’uno fra realtà e immaginazione.

Chi vorrà avventurarsi fra le pagine del libro scoprirà che Roberto non tradisce la promessa. È un viaggio emozionante sostenuto da impeccabili tecniche di ripresa con prospettive di impatto scenico entusiasmante, che portano il lettore in vertiginose evoluzioni: lo sguardo balza dall’abito di una mondina appoggiato distrattamente sul letto nello spazio chiuso di un’antica stanza, allo spazio quasi infinito delle pianure del riso. Ora si è nel fango, la faccia a terra, proprio lì dove il contadino affonda la vanga, e poi subito in volo, a rimirare l’ingegneria idraulica del mare a quadretti e la melanconica solitudine dei cimiteri abbandonati. Poi di nuovo a terra, sembra quasi di guidare il trattore che livella il terreno per prepararlo all’acqua; e poi di nuovo in alto, a sbirciare il Canale Cavour dalle straordinarie vedute aeree.

Lentamente, una fotografia dopo l’altra, si entra nel racconto: siamo nella terra regina del riso, il Vercellese, e il tempo inizia a scorrere dall’inizio del ‘900. Le immagini prendono per mano chi le osserva e, come una sapiente guida, lo conducono dentro la vita contadina degli anni del secolo scorso e dentro il paesaggio straordinario che solo le risaie possono offrire.Si resta ammaliati dall’“incanto” delle nebbie, dove sfumano i profili impalpabili di uomini, case e alberi, su un orizzonte incerto, dove terra e cielo si stringono in un misterioso abbraccio. Un mistero che continua sull’acqua dei campi allagati, dove ogni cosa del mondo di sopra si specchia in una realtà capovolta.

Dentro le immagini di Roberto prende forma la vita degli “uomini della terra”: i dettagli sono così vividi che se ne resta come trascinati all’interno. Sembra quasi di poter sfiorare la tenerezza della mano che accoglie una rana, di accarezzare l’agnello salvato dal pastore, di immergere i piedi nel fango per seguire il contadino nella semina a mano, di sentire il dolore alla schiena delle mondine ricurve sull’acqua o la paura delle ‘masche’ che potrebbero apparire all’improvviso nel buio, su una sedia illuminata da una luce spettrale.

Roberto, fotografo professionista, descrive e documenta con minuziosità lo svolgersi delle attività quotidiane della vita contadina nata e cresciuta con il riso: le tecniche di lavoro, la fatica, il riposo serale, le leggende, i desideri e le conquiste sociali.E poi va oltre. Roberto non offre solo la descrizione documentaria di uno stralcio di mondo e di storia, ma con una ricerca puntuale, offre al lettore le testimonianze dirette dei protagonisti di quella stessa vita. Si entra a far parte di una memoria così toccante e dettagliata, da divenire come nostra.Le immagini scorrono, intrecciate su un filo che si svolge fino ai giorni nostri: macchine giganti hanno sostituito la fatica delle braccia, gli ‘uomini della terra’ sono come scomparsi dal paesaggio, ora governano meccanicamente il territorio. Imponenti silos troneggiano sull’orizzonte.

Oggi il riso produce un’economia evoluta, le cui icone sono passate dal lavoro delle mondine alla ‘Borsa risi di Vercelli’. Gli scatti di Roberto colgono la modernità tecnologica che affranca l’uomo dalla fatica, ma tradiscono anche una malinconia per le atmosfere di solidarietà e di convivialità della passata vita in cascina.
L’amore di Roberto per il mondo del riso è tutto in uno scatto: là, dove lo ritrae maturo, pronto per la raccolta, delicato come un fiore.Un amore germogliato come una piantina di riso, da un seme posto nella terra dalla “Cara nonninaGiovanna”, a cui il libro è dedicato, che ha insegnato a Roberto a “guardare il mondo con gli occhi di un bambino”. Uno sguardo che regala oggi ai lettori un libro-documento, permeato dalla freschezza dell’“incanto”, dono esclusivo dell’infanzia.

“L’incanto della terra e dell’acqua” è un libro ‘semplice’ e, proprio per questo, straordinario.“La semplicità è la necessità di distinguere sempre, ogni giorno, l’essenziale dal superfluo. La semplicità è complicata da raggiungere. La semplicità è la cosa più facile da non capire”.Con queste ‘semplici’ parole Roberto Cavallo consegna ai lettori non solo la chiave per entrare nelle immagini e coglierne l’essenza, ma anche il codice per uno stile di vita, che riporta la ‘semplicità’ al valore che le si addice. Valore che oggi, fra la moltitudine caotica di orpelli, ormai pochi uomini, come Roberto, sanno apprezzare e tradurre in opera.
Marina Ricchi – giornalista – Luna Nuova

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