Messaggio di Natale

Il Natale dei credenti

Innanzitutto quanti sono i credenti?  In un certo senso sono molto più numerosi dei cattolici, dei cristiani, dei musulmani, dei buddisti, ecc., perché questa categoria comprende tutti quelli che si pongono oltre ogni barriera religiosa o di natura ideologica. Ma, in un certo senso, sono molti di meno, in quanto credere in qualcosa di positivo per l’umanità rappresenta una gioia nascosta e una fatica per chi questa gioia non comprende.

Cosa significa essere credenti? Paradossalmente, prima di tutto, significa credere che sia giusto rispettare chi non è credente. Significa credere che le verità in cui crediamo non si possono imporre, ma solo testimoniare. Significa credere che il mondo può fare a meno di tante menzogne. Credere che la povertà rappresentata da un bambino deposto in una mangiatoia è un richiamo forte al rifiuto del consumismo e delle pratiche che distruggono l’ambiente e la natura, al rifiuto di quella ricchezza, materiale o dello spirito, che è fonte di depredazione e annichilimento del nostro prossimo. Credere nella bellezza e nell’autentica ricchezza della diversità culturale, psicologica, fisica. Credere nella vita e nelle sue manifestazioni essenziali che riempiono il vuoto di chi si lascia annientare dal gorgo del nichilismo, del cinismo, della furbizia che non crede in niente se non nel proprio ego. Credere nella povertà che è libertà dalla paura e dalla soggezione agli idoli del nostro tempo: cosa può temere chi volontariamente si spoglia interiormente di ogni avere, di ogni maschera da indossare in pubblico? Se non hai nulla da difendere non hai nulla e nessuno da temere. Credere dunque nel primato dell’essere sull’avere. Credere in tante cose che il cuore suggerisce infinitamente quando è sorretto dalla fiducia che il bene e il bello esistono nonostante tutto e che sta a noi farci portatori di queste splendide risorse.

Il Natale significa anche credere che il miglior regalo da portare è una porzione del nostro tempo, è uno spazio del nostro saper ascoltare, è un’attenzione in più, è un guardare avanti tendendo la mano ai nostri simili, è un aprirsi al mondo senza scoraggiarci di fronte alle brutture disseminate da chi non crede.

In questo senso il messaggio che proviene dall’icona della grotta in una notte buia e fredda, che s’illumina all’improvviso al calore di un amore che sboccia da quel poco, è un messaggio universale e laico perché il vangelo in origine era questo: l’abbattimento dei muri divisori per unire l’umanità in una tensione amorosa senza confini e senza etichette.

Buon Natale dunque!

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