Oro splendente: ritorno in Cambogia

Splendido documentario con la presenza del protagonista

Martedì 13 Marzo, ore 21, Santhià Biblioteca Civica

Su iniziativa dell’Amministrazione Comunale con la collaborazione della Compagnia dell’Armanàc e i volontari della Biblioteca, sarà proiettato uno straordinario documentario con protagonista un medico cambogiano, ora dipendente dell’ASL di Biella, che dopo 25 anni ritorna nel suo Paese alla ricerca del fratello scomparso dopo le terribili persecuzioni degli Khmer rossi.

STORIA E RECENSIONI

1975. Phnom Penh viene conquistata ed evacuata dai Khmer Rossi. Ha inizio la tragedia del popolo cambogiano e con essa quella personale di Tho Nguon.

Tho Nguon a quel tempo è un ragazzo di appena 13 anni. Il suo vero nome è Bovannrith, che significa “oro splendente”. Un nome troppo prezioso per il nuovo ordine khmer. Per sopravvivere si farà chiamare Tho, “vaso”. Ma questo non sarà sufficiente a salvare la sua famiglia dalla distruzione, e a risparmiargli quattro terribili anni nei campi di lavoro.

Oggi Tho Nguon ha 49 anni, fa il medico, e vive e lavora a Biella, dove è riuscito a costruirsi una nuova vita. Da qualche anno ha scritto e pubblicato un libro in cui racconta la sua esperienza.  Parallelamente al libro  è stato realizzato un documentario dal regista Giovanni Donfrancesco di Altara films, con protagonista lo stesso Tho.

Venticinque anni dopo essere fuggito dalla Cambogia devastata dai Khmer rossi, Tho Nguon riceve un messaggio che risveglia in lui la speranza di ritrovare il più piccolo dei suoi fratelli, che aveva abbandonato in un orfanotrofio prima della sua fuga per cercare di salvarlo.

Tho decide di tornare per la prima volta nel Paese in cui tutta la sua famiglia è stata distrutta, e la sua adolescenza spezzata.  Ma questo viaggio a ritroso sulle tracce dolorose del suo passato si carica, incontro dopo incontro, di un significato più ampio.

Riallacciandosi con la tragedia di un intero popolo, Tho ritrova poco a poco il suo posto in un mondo in cui ogni possibilità di riconciliazione sembrava perduta per sempre.

“Ho dovuto cambiare nome per sopravvivere, ho dovuto cancellare dalla memoria i ricordi e le immagini che hanno funestato quattro anni della mia adolescenza.  Ora che devo raccontare la mia storia, sono costretto a esplorare la mia memoria fin nei più reconditi meandri e a volte non so più se ciò che torna alla luce con fatica sia vero, oppure il frutto di un fenomeno psichico…”

(Bovannrith Tho Nguon) Cercate l’Angkar.

E’ una tematica difficile e dolorosa quella trattata nel documentario, dove la storia personale i “oro splendente” si intreccia a quella di un intero popolo, che vuole ricordare, ma anche dimenticare, una delle più tragiche pagine della sua storia.

“Sono arrivato lì e mi sono sentito smarrito, non ho ritrovato nulla di quello che c’era”, ha detto il dr. Tho al termine della proiezione al Piemonte Movie 2011. “Con il passare dei giorni qualche ricordo è affiorato, ma pochi e sparuti”.

Forse è proprio questo il difetto maggiore di “Oro Splendente” (questo il significato del nome cambogiano del protagonista), quello di essere poco chiaro e di perdersi – come Tho – alla ricerca di qualcosa che non si trova… La situazione cambogiana, allora come oggi, è già abbastanza complessa, e chi guarda il documentario è chiamato a colmare una mancanza di informazioni troppo ampia.

Peccato, perché una testimonianza come quella di Tho è rara, e le immagini girate in esterni sono di sicura efficacia. Nel finale la ricerca del fratello diventa più assidua, ma anche in questo caso lo svelamento pare un po’ sfilacciato dal contesto. (Carlo Griseri).

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